lunedì 8 agosto 2011

I PROVVEDIMENTI DIVENUTI LEGGE NEL 2011

La tv del Senato recita così:

I PROVVEDIMENTI APPROVATI DAL SENATO E DIVENUTI LEGGE NEL 2011.

C'è la nuova legge contro le armi al grappolo, contenuta nell'accordo di Oslo.
C'è la festa nazionale del 17 marzo 2011, data che tra l'altro molti parlamentari hanno scelto a caso, come mostrato in una divertentissima (e deprimente al tempo stesso) puntata delle Iene. Qui c'è il link per la trasmissione, se ve la sentite di sorbirvi la pubblicità del Galbanino.
Non riesco proprio a non ballarla quella, visto che fischiettare non mi riesce altrettanto bene.

La musichetta della tv del Senato è molto rassicurante, sembra quella prima di partire con l'aereo, ma in dolby surround. Il motore non parte, e le notizie degli altri canali sembrano confermarlo. La borsa che perde più del 10% in pochi giorni.

Intanto in Italia, dove i giornalisti italiani si preoccupano se David Cameron lasci o meno una mancia alla barista che non l'ha riconosciuto, la televisione del Senato passa i suoi rassicuranti souvenir di legislatura.
C'è pure il federalismo fiscale, approvato il 1 giugno 2011, ddl 2729
Ci sono disposizioni urgenti per l'economia
.. e c'è pure un accordo ITALIA-SIRIA.

Di cui ovviamente non si parla. Perchè la gente vuole sentire il gossip, che tra l'altro sembra derivi dalla parola God. Il verbo si è fatto flatus voci, e con esso le mazze cominciano a roteare. A parole, negli inni del mondo occidentale, come quello italiano: "Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò".
un'immagine di 100 anni fa..

Chi è pronto alla morte, di noialtri centenari appassionati di cultura e pomodori? Ce lo ricorda il Senato italiano, con le sue mostre di Trittici, la musica classica lenta, che ci fa sentire meglio di quel Galbanino reiterato.

Ce lo ricorda il Regno Unito di R. Murdoch, che con il gossip ha infarcito le bocche della gente di periferia. Come Berlusconi in Italia, i mass media hanno creato mostri (di pigrizia, di ignoranza, di presunzione) ed è arrivato il momento che Kronos sia mangiato a sua volta. Il discepolo supera il maestro.

Ci hanno provato i videogame a far sedere sul divano i giovani, i fast food hanno contribuito a renderli grassi e malaticci. Dove il consumismo ha avuto più successo, non c'è bisogno di avere troppa paura. Giusto che ogni tanto potrebbe arrivare il pazzo di turno, come in Norvegia.

Ma a forza di giocare ai videogame, un'intera generazione di umani contribuisce significativamente alla produzione di contenuti del web, tanto per dirne una. Tra iraniani, indiani e italiani, a ogni lettera dell'alfabeto corrispondono milioni di persone, ognuna connessa con un suo account.

Quello che la primavera araba (e ora persino israeliana o britannica) ci sta insegnando, è che non siamo pronti a morire. E con una frase a effetto direi che non siamo nemmeno pronti a vivere.

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